Stan della Pro Loco con Cioccolata e Vin Brulè
La storia della Befana del vigile è un racconto che porta con sé un velo di malinconia, come un’eco lontana di un passato che sembra sfuggire tra le mani, ma che ancora vive nei ricordi di chi ha avuto la fortuna di viverlo.
Nasce negli anni ’50, in un’Italia che si stava lentamente risollevando dalle cicatrici della guerra. Quegli anni di incertezze e difficoltà sociali avevano bisogno di momenti di speranza, di solidarietà e di unione. La Befana, da sempre simbolo di dolcezza e generosità, diventò qualcosa di più. Non era più soltanto la vecchietta che portava regali ai bambini, ma un’amica dei piccoli e un simbolo di un ordine che, pur nella sua severità, si faceva vicino e umano. I vigili urbani, uomini che indossavano un’uniforme austera, vennero coinvolti nella festa dell’Epifania, in un incontro di istituzione e cuore. In Piazza Venezia, un luogo carico di storia e di memoria, i bambini correvano felici verso la Befana del vigile, che distribuiva piccoli doni e dolci, portando un sorriso nei volti di chi, a volte, non aveva nemmeno il necessario per vivere.
Questa tradizione, che sembrava quasi un sogno di un tempo migliore, divenne un rito simbolico. Ogni anno, un vigile urbano riceveva una calza colma di dolci, un gesto di gratitudine e affetto da parte della comunità, un segno di un legame che sembrava forte, intatto. Ma come spesso accade, anche i momenti più belli e genuini svaniscono nel tempo. La “Befana del Vigile” è lentamente caduta nell’oblio, soppiantata dalle nuove tradizioni, dai cambiamenti sociali che hanno modificato il volto delle sue feste. Con il passare degli anni, la magia di quella figura così particolare si è affievolita, come un ricordo sbiadito che si perde tra le pieghe della modernità.
Eppure, ancora oggi, c’è chi ricorda quel tempo, con i suoi vigili che si mescolavano alla gente, in una festa semplice ma straordinaria. Una festa che non aveva bisogno di luci sfavillanti o di enormi spettacoli per essere speciale. Bastava una calza di dolci e un sorriso per riscaldare il cuore di grandi e piccini. Oggi, la Befana vive ancora nelle case e nei mercatini dell’Epifania, ma quella versione “vigile”, simbolo di comunità e speranza, è un ricordo che ci fa sorridere amaramente, consapevoli che certe tradizioni, così umili e sincere, appartengono ormai a un passato che non tornerà più.